lunedì 15 marzo 2010

Se l'abito fa il monaco...


Vetrine famose, scarpe da passerella con tacchi vertiginosi, occhiali da sole all'ultima moda, l'ultimo modello della borsa di Chanel. Quale donna non si è mai fermata sognante davanti a una vetrina restando a fissarla per almeno tre minuti con gli occhi incantati pensando "lo voglio!" (e magari rischiando lo svenimento davanti al cartellino dei prezzi?!)? Tutte c'abbiamo fantasticato, così come a tutte è capitato almeno una volta di "scialacquare" i nostri risparmi svuotando il borsello in un'intensa (e soddisfacente!) giornata di shopping... Chi non ha nei cassetti una valanga di vestiti mai messi o indossati solo una volta e lasciati lì dentro a sè stessi a far numero e a marcire in compagnia di altri abiti che hanno avuto la stessa sorte, poveretti? Il mio armadio ne sa qualcosa (e la mamma pure!)... E chi non ha mai comprato qualcosa "per averla" pur sapendo bene di non usarla mai? Classico...
A tutti noi piace aprire l'armadio e perdersi dentro a mille vestiti diversi per mille occasioni diverse. Perche? Perchè è bello! E' bello svegliarsi la mattina o uscire la sera avendo a disposizione una collezione di scarpe, borse, jeans, magliette, cardigan, felpe, o che altro... Mille vestiti diversi per mille occasioni diverse. Io penso che faccia anche bene all'autostima, guardarsi allo specchio e PIACERSI. Ma il punto è... L'abito fa il monaco? La prima banale (tra l'altro nemmeno tanto banale) risposta è "certo che no, l'essere sta sotto l'abito. Conta l'interiorità, ciò che si ha dentro, non quello che si sfoggia!". Mia zia lavora in banca, e un giorno di qualche anno fa mi disse "Sai Veri, l'altro giorno venne un tipo, vestito di tutto punto, tailleur super elegante, rolex al polso, alla guida di un BMW z3, insomma, spirava soldi da tutti i pori della pelle. Eppure il suo conto in banca era secco. Non aveva una lira, ed era sommerso di debiti fino al collo. Invece la vecchietta vestita di stracci aveva una fortuna."
E quindi? Quindi spesso l'apparenza trae così bene in inganno...
Quante volte ci è capitato di credere che sarebbe stato così come sembrava, e invece...
Ma allora, che cos'è l' "abito"? Quello che fai vedere ma non hai? Quello che sei? Quello che vorresti essere ma non sei? Non mi è mai piaciuto generalizzare, non è giusto, e non è neppure realistico. C'è chi col suo "contorno" ostenta e disegna agli altri "quello che non è", come c'è chi col suo stesso essere riflette il suo contorno, facendolo brillare di luce propria, senza sporcarlo di "false aggiunte". Come in tutte le cose, c'è il nero, ma c'è anche il bianco. E pure il grigio.
E l'Abito, quello che ti metti addosso, la tua seconda pelle, che cos'è? E' esclusivamente un riparo dal freddo? Un espressione dell'Ego? Un biglietto da visita? Bè, io farei un 33.33%, a pari merito. Ovviamente serve a coprirsi, come certamente "l'abito va abitato", come sicuramente nella società di oggi l'esteriorità è un biglietto da visita. Purtroppo o per fortuna. PURTROPPO perchè viviamo in una società' talmente omologata che non c'è spazio per "il diverso", una "società dell'apparenza" in cui spesso l'Abito fa il monaco, in cui molti ti guardano storto se sei fuori dal "comune", una società in cui se sei una 15enne e vai in giro per le strade del centro con il bauletto di Louis Vuitton hai un occhio di riguardo a prescindere, e se ti presenti a un colloquio di lavoro con un aspetto curato, vestito "per bene" (e magari sei pure figo) hai una marcia in più. Una società in cui non siamo proprio bravi ad accettare "il diverso". PER FORTUNA.... perchè se basta un abito per fare strada.... siamo a cavallo! Ma ci annulliamo.
Spesso, quando in momenti come questo mi prende la vena "polemica" verso la "società dell'apparenza", penso a quanto noi giovani sembriamo tutti uguali: tutti con un paio di jeans, un golfino scollo "a V" o una felpa della Fruit, un paio di Clarks o di Converse ai piedi, e magari il solito Woolrich... I soliti abiti. I soliti abiti che non sono altro che apparenza, che quindi non è poi così lontana da noi. E' nei "soliti abiti", la nostra seconda pelle, la primissima impressione che gli altri hanno di noi.
Dentro siamo tutti impressionantemente diversi. Eppure fuori, più o meno, siamo tutti terribilmente uguali.

4 commenti:

  1. hai perfettamente ragione...siamo immersi in una società in cui se non sei omologato sei out!! e purtroppo c'è anche la moda del voglio essere "fuori dal comune" quando invece sono il più omologato di tutti...ormai ci lasciamo semplicemente condizionare e se anche una cosa ci fa schifo basta vederla messa alla più bella della scuola, al più stiloso e tatan tutti la vorranno avere....purtroppo l'abito fa il monaco!

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  2. ..un po' come quando andavano le scarpe con quelle orrende punte lunghe dieci centimetri.. Se non le avevi, eri "fuori dal comune", ti guardavano come se ti mancasse qualcosa.. E magari vedevi una con un paio di ballerine a punta tonda e pensavi "Mio Dio che orrore! Non le comprerò mai!".. Ed eccoci tutte con le ballerine a punta tonda.
    E anche questo ne è solo un banale esempio..
    =)

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  3. eh si..anche gli stessi jeans mi ricordo che quando s'era più piccoli andavano "scampanati" in fondo..se provi a metterli adesso sono convinta che la gente si girerebbe a guardarti!!è proprio vero quanto siamo condizionati anche nelle cose più semplici..

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  4. ..eh infatti, codesto ne è un altro esempio! Ma sai quantialtri sene potrebbero tirare fuori.. Ormai è così, le mode passano, e noi gli andiamo dietro!

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