domenica 12 settembre 2010

QUELL'ansia. Un anno dopo. Quando ormai è così lontana..

Stasera ho nel cuore quelle migliaia di studenti che hanno ormai già affrontato quel malefico test di medicina. Mi sembra ora quando, un anno fa, c'ero io. Un odissea. Due fatidiche ore che ti decidono il futuro. Quelle stramaledette crocette, domande strane, ogni minuto prezioso, e la speranza di un'illuminazione divina per le domande in cui sei indeciso tra due possibili risposte. E l'ansia, e la paura di dover ripiegare su un'alternativa che non senti tua. L'ho vissuta male. Entrambe le volte. Ma la seconda, non ha avuto proprio precedenti. In bocca al lupo. E che entrino i migliori, anche se io, quanto a questo test, sono sempre stata molto scettica.

:)

martedì 31 agosto 2010

L'estate sta finendo..

Anzi, è già finita.. Un'estate che è volata, che sembra ieri quand'è cominciata, che se ci penso, non so dire nemmeno esattamente quando. Un'estate in cui il test di medicina è ormai solo un ricordo (tiè). Un'estate nuova. Un'estate in cui ne sono successe di tutti i colori. Un'estate strana, diversa. L'estate 2010.. Un'estate non come tutte le altre. Un'estate in cui qualcuno se ne va.. e qualcuno ritorna. Un'estate che in fondo mi piace così.

giovedì 1 luglio 2010

1Luglio

"Qualsiasi cosa tu farai nella tua vita, ricordati sempre una cosa: corri a prenderti ciò che è tuo, lotta, insegui i tuoi sogni, credici. Non ti accontentare mai. E se a volte la strada è troppo in salita, respira, pensa a cosa ti aspetta in cima, e sali. E viviti sempre ogni momento che ti va di vivere, senza pensarci troppo. Ascoltati, amati, e lasciati amare. E portati rispetto, sempre. Incontrerai tante persone, alcune ti vorranno bene, altre si approfitteranno di te. Ma tutte ti fortificheranno, soprattutto quelle che ti faranno soffrire.
Io ho sempre amato le cose difficili. Tua nonna è così difficile.."
Quegli occhi azzurri mi hanno sempre detto tutto. Mi teneva la mano, mi guardava, parlava piano. E era così stanco. Ricordo perfettamente ogni parola, sapevo che sarebbe stata l'ultima, e lo sapeva anche lui. Quella sera se n'è andato.
Lo lo voglio ricordare così, anche qui. Perchè è il 1Luglio. Perchè mi va così. Perchè mi manca. E perchè di ripetermi quelle parole ce n'è sempre bisogno..
Vado a mangiare un gelato. :)

mercoledì 30 giugno 2010

"Caffè. Ti voglio."

Cosa voglio?

"Una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea, parte della famiglia botanica delle Rubiaceae, un gruppo di angiosperme che comprende oltre 600 generi e 13500 specie."


Perchè lo voglio?
Perchè mi sveglia.
O meglio, forse credo che mi svegli.
Sì, perchè secondo uno studio effettuato dall'Università di Cardiff attraverso il monitoraggio di un campione di 380 persone, lasciate sedici ore consecutive senza la tanto amata tazzina, pare che l'"effetto sveglia" non sia assolutamente attribuibile alla caffeina. Mi abbattono così il mito di caffè-superman-carica energetica-botta di vita? Ebbene sì. Eppure, non so stare senza caffè, senza quella tazzina di oro nero bollente. Chiamasi effetto placebo. Chiamasi falsa dipendenza. Chiamasi effetto psicologico. Chiamasi astinenza, dipendenza. Parrebbe quindi che prendere un caffè o qualsiasi altra cosa, abbia lo stesso identico effetto. Dunque, quel caffè che mi sveglia, che non mi fa dormire sul banco a lezione, che mi permette di studiare o di guardarmi un film per intero? Semplicemente un'illusione. Una costruzione mentale.
Il giorno prima del famigerato esame istologico credo di averne bevute 8. E se non fosse stato per loro non so se sarei riuscita a ripassare tutta Embriologia che non rivedevo da una settimana, in mezza nottata. Troppe eh. La regola? La moderazione. Sempre e comunque.
Vado a prendermi un caffè. :)

sabato 19 giugno 2010

e oggi mi lascio un po' prendere dall'illusione..

"Una illusione ottica è una qualsiasi illusione che inganna l'apparato visivo umano, facendogli percepire qualcosa che non è presente o facendogli percepire in modo scorretto qualcosa che è presente."
Ecco qualche piccolo assaggino...


Eppure non ruotano..!
E qui?? I quadrati non sembrano tutti uguali.. e invece..

Ma più che questo tipo di illusione ottica, ormai conosciuto ma pur sempre efficace, mi hanno colpito gli STEREOGRAMMI.


Un particolare aspetto della stereografia è quello della visualizzazione delle immagini stereografiche, così da ottenere una unica immagine tridimensionale, partendo da due immagini bidimensionali.Gli stereogrammi non sono altro che una realtà "virtuale": una immagine all'apparenza semplice o inutile che in realtà cela un'altra immagine nascosta al suo interno!

Ma come fare per vedere le immagini nascoste negli stereogrammi?


’ possibile visualizzare in modo corretto un'immagine stereografica, utilizzando le seguenti due particolari tecniche, senza l'aiuto di strumenti esterni, ma utilizzando esclusivamente i nostri occhi.


Tecniche di visualizzazione


Se guardiamo direttamente uno stereogramma mettendo quindi a fuoco su di esso non vedremo altro che una singola immagine piana contenente dei puntini casuali o delle texture ripetute e tutto questo non stuzzicherà molto la nostra attenzione.

Metodo della visione parallela
Bisogna guardare oltre lo schermo senza focalizzare l’immagine. Questo primo metodo consiste nel guardare le immagini come se volessimo mettere a fuoco un punto che sta oltre le stesse. Così facendo le linee di visione dei due occhi arrivano sull'immagine quasi parallele.


Metodo dello sguardo incrociato

Questa tecnica consiste nell’incrociare gli occhi quindi guardare e focalizzare un punto medio tra gli occhi e lo schermo senza mettere a fuoco l’immagine, proprio come quando vi "incantate" a guardare nel vuoto. Facendo così le linee di visione dei due occhi arrivano sulle immagini in modo incrociato. Una volta imparata la tecnica giusta occorrono pochi secondi per poter visualizzare le stupende immagini tridimensionali nascoste negli stereogrammi. Ovvero improvvisamente il monitor sfuocato, passa da due a tre dimensioni e dallo sfondo emergono e si modellano livelli di prospettiva diversi, parole, forme, figure...


Eccone due esempi, che sinceramente ancora non sono ben riuscita a decifrare, soprattutto il primo...

Io sinceramente non riesco a vederci niente, soltanto un marasma di colori indecifrabili... Eppure, qualcosa dovrebbe venir fuori secondo qualche occhio esperto!!

Diciamo pure che forse la classica illusione ottica, quella che ormai tutti conoscono, è sicuramente più rilassante e meno intrippante!!!!




































































































































































































































































































































































































































































































































































































































venerdì 18 giugno 2010

La musica?

Ti rilassa. Ti emoziona. Ti fa pensare. Ti fa volare lontano. Ti fa viaggiare. A volte ti fa magicamente essere dove vorresti. Altre volte ti apre gli occhi. Ti carica, ti fa muovere. Ti dà grinta. E ti libera, sa farti gridare. Può farti ridere, cantare come un matto. E sa farti piangere. Può farti capire. Immaginare. E sperare...
E' potente la musica. Ti sa restare in testa. Chi non ne ha un po' bisogno?!
E io ora, in questo preciso momento, sto ascoltando questa. Ligabue.. Oggi mi è presa così.. :)
Ogni passo è una scelta
ogni passo fa l’impronta
quante cose spegne la prudenza..
Ogni passo è in avanti
e ti porti tutto quanto che lì dietro non rimane niente..
E conosci tutti i santi, tutti i nomi dei potenti
e sai che fine fanno gli innocenti.
La verità è una scelta
la verità è già pronta
Ogni bacio è una scelta
ogni riga di gornale
ogni cosa che non vuoi sentire.
Ogni tanto non ci pensi
non pensarci è già una scelta..
Ogni battito è una scelta
ogni sguardo mantenuto
ogni nefandezza che hai scordato..
La verità è una scelta..

martedì 15 giugno 2010

PubMed

Eh bè! Interessante!! A parte il fatto che dovrò prendere in seria considerazione di andare un po' più d'accordo con l'inglese, tralasciando questa piccola parentesi personale, davvero eccitante l'idea di avere con un semplice clic informazioni quali per esempio l'intera sequenza del genoma del famigerato virus H1N1 o addirittura di quello umano. Dà quasi una sensazione di onnipotenza!
Ma, a parte questa prima impressione, trovo che sia davvero un passo avanti, nonchè un grosso aiuto per la ricerca, che non è fatta soltanto di sperimentazione in laboratorio, ma anche (e soprattutto) di comunicazione. E internet è il miglior modo, facile ed efficace, che permette a milioni di scienziati sparsi per il mondo di comunicare, di mettere a disposizione di tutti le proprie risorse e rendere pubbliche le proprie scoperte, al fine di collaborare. E così da Sidney, da Mosca, da Londra, da New York, da Firenze o da qualsiasi altro impensabile angolo del mondo, nello stesso momento diviene possibile una relazione nonchè uno scambio fruttuoso tra persone che operano nello stesso campo, e quindi di conseguenza anche noi studenti o qualsiasi altra persona interessata alla causa che conosca l'esistenza di simili motori di ricerca può in questo modo curiosare, scoprire, informarsi, conoscere, e imparare.
In una parola? Una conquista...

venerdì 11 giugno 2010

..botta d'assenza!

Ok, è vero, mi sono assentata per più di due mesi. Gli esami mi hanno rapita...
Studio, studio, studio, e alla fine il Cubo stava diventando la mia seconda casa. E ci stavo bene. Pensandoci, ora che sono "in ferie", devo dire che un po' mi manca...
E poi l'incubo chiamato istologia è svanito così in fretta che quasi ancora non mi sembra vero!!
Ahahahaha... e poi leggo il titolo del blog e penso "tra palco e realtà..." mmmh, ma che ero una veggente quando l'ho creato? Perchè ultimamente mi sembrerebbe fatto a pennello! Mi chiedo cosa sia più vero, tra aver passato istologia e essere uscita viva e illesa da un incidente con la macchina capovolta... Eppure, tutto è VERO (tra l'altro, anche io so Vero...)! Ok, sono pazza, sono pazza, ma d'altra parte, il bernoccolo deve pur avere i suoi effetti...
Ok, sono esperienze che quando le vivi ti cambiano tanto... Ma non è di questo che voglio parlare.
Diciamo che siamo in tempo di mondiali và, e anche se nella vita precedente mi sa proprio che di mestiere non facevo il calciatore, bè, lo ammetto, un "pochinininino" sono emozionata.

"Waka waka eh eh Tsamina mina zangalewa.. This time for Africaaaa"

Ok, sono pazza... colpa del bernoccolo!!

sabato 3 aprile 2010

Leggendo l'articolo sul PLE...

Un paio di giorni fa leggevo l'articolo http://www.scribd.com/doc/12859285/Coltivare-Le-Connessioni del Prof. sul PLE (Personal Learning Environment), che mi ha fatto riflettere. Riflettere su quanto siamo restii (io per prima) ad aprirci al "nuovo", riflettere sulla nostra naturale pigrizia di adagiarsi nel consueto. Per fare un banale esempio, giusto per cominciare, ho iniziato questo blog perchè il primo anno di Medicina prevede l'esame di Informatica, altrimenti forse non mi sarei mai "buttata" in quest'esperienza NUOVA. "Che fatica" pensavo, "non sarò mai in grado, ci dovrò perdere un sacco di tempo", io che col PC non ci sono mai andata troppo d'accordo, e tantomeno con Internet. E invece, poi, ho deciso di provarci. Ed è tutta una scoperta, è tutto"nuovo", non perchè non conoscessi Internet, anzi, mi capita spesso di stare online, ma tutto si limitava a youtube, ricerche varie su argomenti più disparati, orari di treni, spettacoli, fabrizio moro, concerti, facebook. Seguendo un po' gli Assignments, mi si è spalancato un mondo NUOVO che non conoscevo. Un modo NUOVO di stare in rete, di tenere contatti, di conoscere, di diffusione delle idee, di cooperazione, e non soltanto di "passivo download" di informazioni, come invece credevo io. Tutto questo è emblematico di quanto il NUOVO spaventa e costa fatica. E come costa fatica a noi singoli, così e ancora di più alla nostra società, che purtroppo è rinchiusa nell'abitudine. Una "società scolarizzata" che toglie tempo prezioso ai ragazzi, tenendoli seduti a un tavolino a studiare inutili libri anzichè permettere loro di "coltivare" e "coltivarsi". Magari esistesse la scuola di Don Milani!! Eppure, nonostante questo, è più facile la sterile organizzazione che, a discapito della creatività, ha confini precisi e ben delineati, realtà che la metafora della "passeggiata nel bosco" ricalca perfettamente, realtà che ho sempre sostenuto, realtà di cui io per prima mi sento schiava. Qualsiasi cosa di cui non ne conosciamo i limiti ci spaventa. E' un po' come quando dobbiamo preparare un compito, un'interrogazione, un'esame, che dobbiamo assolutamente sapere quante pagine ci sono esattamente da studiare. Ed è un po' come internet, senza limiti. Internet che decidi tu stesso dove andare, cosa guardare, con chi parlare, quali informazioni ricevere, cosa seguire, così come il mezzadro decideva quali piante seminare per far fruttare il giardino del padrone. Un'altra metafora che mi ha particolarmente colpito è il titolo stesso "coltivare le connessioni". Connessioni tra persone, connessioni internet, connessioni tra pensieri, connessioni tra materie diverse. Connessioni senza ordine, connessioni in cui tutti siamo allo stesso livello, in cui ognuno di noi è un nodo che si esprime e contribuisce a costruire la rete. Quanti significati la parola "connessione"! Eppure, tutti con lo stesso PLE, tutti con la stessa vita o quasi. Persone diverse in ogni singola sfumatura, ma nello stesso clishè. Proprio nel mio secondo post parlavo di questo, tante personalità diverse dentro gli stessi abiti. Sono stata sempre sostenitrice della bellezza della diversità in ogni sua forma, perchè è questa che permette l'evoluzione, è questo il senso della conoscenza, della scoperta. Eppure si tende a omologare, a omologarsi. Mi sono anche passati per la mente alcuni pensieri del tipo "allora, se nella vita reale regna l'omologazione di persone diverse, che vita reale è?".
Ammiro il "diverso", chi ha il coraggio di distinguersi dalla massa. Forse mi sono dilungata un po' troppo, ma ho dato sfogo alle parole... per arrivare a ribadire il solito concetto: apertura degli orizzonti, libertà, diversità. Sempre leggendo l'articolo del Prof. una cosa tra tante mi è rimasta più impressa, il contributo che il singolo nodo dà alla rete. Per questo adesso mi piace l'idea del blog, e la vedo come un'opportunità per imparare ciò verso cui prima ero scettica, opportunità per seguire ciò che mi interessa, per comunicare, ma soprattutto per collaborare. Perchè ognuno ha qualcosa da insegnare. Tutti siamo in grado di collaborare. Basta solo provarci.
E' un po' come l'astenersi dal votare (visto che abbiamo appena passato le elezioni!) credendo che il proprio voto non serva, non conti nulla, quando invece è l'unico democratico diritto che ci è rimasto.
Ed è un po' come la raccolta differenziata, "se la faccio solo io, non è che ripulisco il mondo!".
Secondo me sono questi i concetti che ci dovrebbero insegnare a scuola, perchè se sapere quanti capelli aveva in testa Leopardi non ci servirà a niente nella vita, sapere invece che nel nostro piccolo possiamo collaborare è un ottimo modo, secondo me, per cominciare a stare al mondo come si deve. Concludo così questo lunghissimo (spero non noioso) post... nella speranza che tutti siamo consapevoli che qualcosa possiamo fare.


E perchè non cogliere l'occasione per fare tanti auguri di Buona Pasqua a chi casualmente è passato dal mio blog e ha letto molto pazientemente fino a qui... =)


"La prospettiva non è una speranza, la decisione che ha più importanza, la mia esistenza la voglio gestire ed è un mio diritto desiderare."
Fabrizio Moro, "Desiderare"


"Comunicare comunicare. Questa è la parola in cui confido per salvare una generazione forse anche due forse tre. Ogni uomo deve comunicare. Per resistere davvero, per capire l'emisfero, per non sentirsi solo, amare terra e cielo e trovare le parole per esprimere un disagio, un'emozione, una paura, che anche la paura più grande può svanire se trovi la forza di difendere il tuo pensiero."
Fabrizio Moro, "Non è una canzone"

domenica 28 marzo 2010

Siamo così, dolcemente complicate...

Noi. Donne.
Un mix di forza, emotività, fragilità, freddezza, sensualità, energia. Noi fatte di tante chiacchiere e altrettanti silenzi, noi che ci basta osservare per capire. Tutte diverse, ognuna "con le sue". Noi che ogni tanto abbiamo bisogno di un paio di tacchi alti e un rossetto rosso per sentirci belle, noi e le nostre "flippe" mentali a iosa, noi che cerchiamo a ogni domanda sempre una risposta. Noi che spesso rispondiamo "tutto bene" quando magari non ce n'è una a posto, noi che abbiamo bisogno di certezze. Noi che se iniziamo a parlare di uomini non finiamo più, noi e le nostre "sedute psicologiche" tra donne.


Come dice la mia carissima Fiorella...



"Siamo così, dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate, ma
potrai
trovarci ancora quì, con le nostre notti bianche ma non saremo
stanche, neanche
quando ti diremo ancora un altro sì".



E non poteva che uscire la mia solidarietà femminile. Ogni donna cel'ha, in questo siamo tutte uguali. Faccio il tifo per la donna, chi mi conosce lo sa bene! La donna che si è conquistata una posizione, che è arrivata al pari dell'uomo attraverso la sua emancipazione e il suo coraggio.


Diceva Diderot:





"Quando si scrive delle donne bisogna intingere la penna nell'arcobaleno e
asciugare la pagina con la polvere delle ali delle farfalle".


Che uomo! Aveva capito tutto!! :P
E purtroppo ancora oggi la donna vive in realtà talmente complicate, che in certi paesi non può neanche scoprirsi il volto, e non è altro che un "forno-sforna-prole", come dico io. Ma non basta andare molto lontano per capire che ancora la donna è una figura debole, basta guardarsi intorno, oppure semplicemente dentro l'armadio, o allo specchio.


Qualche mese fa ho partecipato a una conferenza sulla magrezza, della quale era ospite Benedetta Barzini, ex modella di Andy Warhol. Ascoltare le sue parole mi ha fatto pensare. Nel suo femminismo, forse a volte anche un po' eccessivo, tante parole mi sono rimaste impresse...



"Aprite l'armadio di una donna. Ci sono cento abiti, tutti diversi. Una
donna ne ha tantissimi, ma non è. Un uomo ne ha uno solo, ed è. Noi donne per le
occasioni importanti indossiamo la giacca, l'unico abito del maschio."


"Ci mettono bustini talmente stretti da non farci respirare e tacchi 15 sotto ai
piedi quasi a volerci dire 'Così voi, donne, non potete andare tanto lontano'...
E se guardiamo in passerella, non vediamo altro che donne magre, che scompaiono
dentro abiti firmati."






Donne strumento della moda, di un'idea assurda che "più sei magra più sei bella", perchè l'abito ti risalta addosso, anzi, ti annienta, ed è meglio così. Eccola, la cattiva pubblicità, i modelli sbagliati che ci propongono continuamente e che continuano imperterriti a proporci, provocando sempre più vittime della moda, dell'anoressia.

Ma mettendo da parte i casi estremi, tutte noi ogni giorno (o quasi!) ci guardiamo allo specchio per vedere se abbiamo messo su qualche chiletto di troppo, noi che passiamo le ore prima di uscire, per essere belle, per piacerci.
O forse per piacere?
"Chissà quando una donna riuscirà a guardarsi allo specchio vedendo quella
che è, e non quella che dovrebbe essere, per piacere. Al maschio.”

Chissà... Perchè anche in questo, in fondo, siamo tutte uguali...
=)
Veri e la sua solidarietà femminile di oggi

lunedì 22 marzo 2010

Oggi.. Penso al mondo. E a come gira storto.

Perchè? Perchè 700 milioni di euro spesi annualmente da una squadra di serie A per mantenersi i giocatori? E perchè decine di migliaia di euro ai calciatori, che corrono dietro a un pallone di cuoio che rotola e tirano calci a destra e a manca? (Per chi fosse incuriosito, ecco le cifre precise e sconvolgenti... http://www.gazzetta.it/Calcio/03-09-2009/eto-o-re-denari-campionato-501202803300.shtml)


E perchè milioni di euro ingiustificati (e ingiustificabili) nelle tasche dei politici? Politici che decidono per noi facendo il proprio interesse, che guadagnano e non pagano NULLA, tanto ci siamo noi, pronti ad essere tassati anche sull'aria che respiriamo?

Come dice Fabrizio Moro, uno dei miei cantanti preferiti...

"Dopotutto sono un uomo, e come l'animale segue l'animale più grande, io dovrei seguire chi ha il potere di decidere per me e poi mi lascia in mutande."

Cifre incontabili e assurde in tasca di persone come queste. Perchè?Poi ci chiediamo perchè mezzo mondo muore di fame. Un terzo mondo che non dovrebbe essere "secondo" per nessuno e invece... Invece purtroppo lo è, a quanto pare...

Perchè?



lunedì 15 marzo 2010

Se l'abito fa il monaco...


Vetrine famose, scarpe da passerella con tacchi vertiginosi, occhiali da sole all'ultima moda, l'ultimo modello della borsa di Chanel. Quale donna non si è mai fermata sognante davanti a una vetrina restando a fissarla per almeno tre minuti con gli occhi incantati pensando "lo voglio!" (e magari rischiando lo svenimento davanti al cartellino dei prezzi?!)? Tutte c'abbiamo fantasticato, così come a tutte è capitato almeno una volta di "scialacquare" i nostri risparmi svuotando il borsello in un'intensa (e soddisfacente!) giornata di shopping... Chi non ha nei cassetti una valanga di vestiti mai messi o indossati solo una volta e lasciati lì dentro a sè stessi a far numero e a marcire in compagnia di altri abiti che hanno avuto la stessa sorte, poveretti? Il mio armadio ne sa qualcosa (e la mamma pure!)... E chi non ha mai comprato qualcosa "per averla" pur sapendo bene di non usarla mai? Classico...
A tutti noi piace aprire l'armadio e perdersi dentro a mille vestiti diversi per mille occasioni diverse. Perche? Perchè è bello! E' bello svegliarsi la mattina o uscire la sera avendo a disposizione una collezione di scarpe, borse, jeans, magliette, cardigan, felpe, o che altro... Mille vestiti diversi per mille occasioni diverse. Io penso che faccia anche bene all'autostima, guardarsi allo specchio e PIACERSI. Ma il punto è... L'abito fa il monaco? La prima banale (tra l'altro nemmeno tanto banale) risposta è "certo che no, l'essere sta sotto l'abito. Conta l'interiorità, ciò che si ha dentro, non quello che si sfoggia!". Mia zia lavora in banca, e un giorno di qualche anno fa mi disse "Sai Veri, l'altro giorno venne un tipo, vestito di tutto punto, tailleur super elegante, rolex al polso, alla guida di un BMW z3, insomma, spirava soldi da tutti i pori della pelle. Eppure il suo conto in banca era secco. Non aveva una lira, ed era sommerso di debiti fino al collo. Invece la vecchietta vestita di stracci aveva una fortuna."
E quindi? Quindi spesso l'apparenza trae così bene in inganno...
Quante volte ci è capitato di credere che sarebbe stato così come sembrava, e invece...
Ma allora, che cos'è l' "abito"? Quello che fai vedere ma non hai? Quello che sei? Quello che vorresti essere ma non sei? Non mi è mai piaciuto generalizzare, non è giusto, e non è neppure realistico. C'è chi col suo "contorno" ostenta e disegna agli altri "quello che non è", come c'è chi col suo stesso essere riflette il suo contorno, facendolo brillare di luce propria, senza sporcarlo di "false aggiunte". Come in tutte le cose, c'è il nero, ma c'è anche il bianco. E pure il grigio.
E l'Abito, quello che ti metti addosso, la tua seconda pelle, che cos'è? E' esclusivamente un riparo dal freddo? Un espressione dell'Ego? Un biglietto da visita? Bè, io farei un 33.33%, a pari merito. Ovviamente serve a coprirsi, come certamente "l'abito va abitato", come sicuramente nella società di oggi l'esteriorità è un biglietto da visita. Purtroppo o per fortuna. PURTROPPO perchè viviamo in una società' talmente omologata che non c'è spazio per "il diverso", una "società dell'apparenza" in cui spesso l'Abito fa il monaco, in cui molti ti guardano storto se sei fuori dal "comune", una società in cui se sei una 15enne e vai in giro per le strade del centro con il bauletto di Louis Vuitton hai un occhio di riguardo a prescindere, e se ti presenti a un colloquio di lavoro con un aspetto curato, vestito "per bene" (e magari sei pure figo) hai una marcia in più. Una società in cui non siamo proprio bravi ad accettare "il diverso". PER FORTUNA.... perchè se basta un abito per fare strada.... siamo a cavallo! Ma ci annulliamo.
Spesso, quando in momenti come questo mi prende la vena "polemica" verso la "società dell'apparenza", penso a quanto noi giovani sembriamo tutti uguali: tutti con un paio di jeans, un golfino scollo "a V" o una felpa della Fruit, un paio di Clarks o di Converse ai piedi, e magari il solito Woolrich... I soliti abiti. I soliti abiti che non sono altro che apparenza, che quindi non è poi così lontana da noi. E' nei "soliti abiti", la nostra seconda pelle, la primissima impressione che gli altri hanno di noi.
Dentro siamo tutti impressionantemente diversi. Eppure fuori, più o meno, siamo tutti terribilmente uguali.

giovedì 11 marzo 2010

Tra un ruolo e l'altro...




“Adoro quando si chiede agli attori ‘Che stai facendo
ora?’ e loro rispondono ‘Sono tra un ruolo e l’altro’. Questa di vivere ‘la
vita tra un ruolo e l’altro’ è la mia frase preferita."

Così comincia il mio Blog, con una frase di Andy Warhol e con la foto ritrovata tra vecchie cartelle del PC di un quadro immortalato in una mostra a Barcelona durante la gita di quinta liceo... Il mio Blog, uno spazio tra "ciò che è" e "ciò che sembra", tra il sottile confine che li separa, tra il "sono questo" ma "sono anche quest'altro"... Quante volte ci troviamo ad assumere ruoli diversi, anche nel corso di un momento qualunque di una giornata qualunque? Per i nostri siamo "il figlio", per qualcuno siamo "l'amico", per qualcun altro "un semplice sconosciuto", e tante altre "persone" diverse in un unico momento. E come io sono Veronica/studentessa di Medicina, ma sono anche Veronica/tante altre cose...

...così, questa foto a qualcuno di voi sembrerà il profilo di un uomo con la barba e i baffi, mentre qualcun altro ci vedrà una donna incinta che toccandosi il pancione è rivolta verso la finestra della sua stanza...

=)